mercoledì 30 gennaio 2008

Anteprima Zabrisky


Northside Highway è un gran disco. Lo vedi dal passo sicuro della bionda sulla copertina (sembra la cover di uno di quei meravigliosi vinili di un Clapton anni ’70), lo senti fin dal primo pezzo omonimo del disco, vibrante e inebriante, buono anche per aprire un concerto con le luci che si accendono un poco per volta.
Northside Highway è il ritorno al cd (finalmente ragazzi, non stavo più nella pelle) dopo l’esordio di cinque anni fa della band veneziana. Un esordio maturo quello, tra i Beatles, i Kinks, i Velvet Underground si diceva, tra certa neopsichedelia e lo shoegaze si diceva. Questo secondo cd approfondisce ancora di più il tuffo nel meglio della musica mefistofelica con chitarre ruggenti (si dice abbiano usufruito di una quindicina di chitarre nelle session nella casa-studio del produttore Giovanni Ferrario), un ritmo sbilenco (la mia coda ne ha risentito) e un cantato perfetto.
Northside Highway sarà fuori, libero di circolare indisturbato, dal 2 febbraio 2008 grazie all’indipendente Shyrec. Dopo l’uscita del cd in questione il detto “anno bisesto, anno funesto”, sarà solo un ricordo.
Anno bisesto, anno di gran rock’n’roll! Grazie Zabrisky.

Canzoni preferite: Your House Was Bright On Sunday, crepuscolare e rock (questi Zabrisky conoscono la storia della musica del diavolo meglio di tanti rocker famosi), Emma’s House cover dei Field Mice come l’avrebbe fatta Bruce Springsteen, Summer Starts Today dilaniata/dilaniante canzone per l’estate (magari le canzoni per l’estate fossero così), Flowing Fun, siamo in pieni anni ’60 e questo mi piace anche se sono nato nel decennio successivo.
http://www.zabrisky.com/
http://myspace.com/zabrisky

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domenica 27 gennaio 2008

Sundance 2008: Tarantino con la pin dell’Alligatore

Oggi mi sento un gonzo journalist. Oggi ho incontrato un mito vivente. L’ho incontrato quasi per caso, dopo averlo cercato inutilmente. Oggi ho incontrato Quentin Tarantino e sono riuscito, finalmente, a donargli la pin dell’Alligatore …
Sono entrato in un locale caratteristico e ho visto subito il suo berretto (il berretto che c’è in tante versioni nel sottovalutatissimo Jackie Brown). Vuoi vedere che c’è Quentin, mi sono detto. Ho gironzolato nel piccolo bar di montagna (con tanto di corna di cervo appese, fucile di Hemingway, legna scoppiettante) e ho visto il papà di Pulp Fiction seduto da solo, in un angolo. Beveva del caffé con delle paste. Mi sono avvicinato, poi, con il mio povero inglese mi sono presentato. Quando ha sentito che vengo dall’Italia ha cominciato a parlarmi di Lucio Fulci, che adora. E poi di Barbara Bouchet, che straadora …
È vero, non dico niente di nuovo, Tarantino sul cinema di casa nostra ha delle idee tutte sue (del resto, uno che si è formato in un negozio di noleggio videocassette negli States anni ‘80 cosa può aver visto? Antonioni? Pasolini?). Ma almeno conosce un sacco di nomi del nostro cinema stracult, e per uno statunitense è già molto, visto la loro chiusura culturale.
Ovviamente ho chiesto a Quentin di posare con una delle mie pins. Non ha voluto per una questione di diritti fotografici, da quello che ho capito. Ma almeno ha accettato di immortalare il suo berretto con l’ormai mitica pin. Ho chiesto quante possibilità di vittoria ha Riprendimi, ma lui non ha detto nulla, anche se è nell’altra giuria e non deve “giudicare” il bel film di Anna Negri.
Tarantino è veramente come lo vedi. Un icona pop vivente.

In questi giorni di festival mi sono visto un sacco di documentari. Sì perché quella dei documentari sembra essere la nota dominante del festival (o almeno del mio festival; trai tanti film è difficile muoversi).
Non potevo mancare alla visione di Gonzo: The Life and Work of Dr. Hunter S. Thompson, di Alex Gibney. Personaggio a tutto tondo Hunter S. Thompson, esperto di droghe e armi, pazzo come un cavallo e come il quadrupede capace di macinare strada senza fermarsi mai; il padre del gonzo journalism è l’uomo ideale per un documentario avvincente. Grande amico di Johnny Deep (c’è il suo zampino in tutto il film), pezzo meno riconciliato della controcultura a stelle e strisce, Hunter S. Thompson sembra un personaggio inventato. Difficile capire dove finisce l’arte e comincia la vita (anche viceversa).
Sempre a proposito di controcultura Usa (anzi, controcultura punto e basta), segnalo Patti Smith, Dream of Life di Steven Sebring, noto fotografo al debutto cinematografico. Il film è un misto ben congegnato di immagini di repertorio, sogni, testimonianze. Nonostante abbia gli elementi classici del doc su personaggi noti (magari di quelli in campo musicale) sembra avere un qualcosa in più: forse, quel qualcosa in più, è solo la sacerdotessa del rock (accidenti, mi sono perso il suo concerto, non me lo perdonerò mai …).

Quotazioni in crescita per Riprendimi. L’Alligatore continua a fare il tifo per Anna Negri, non perché italiana ma perché la precarietà ha preso tutti noi, ed è bello vedere in un film anche degli artisti precari (di solito si pensa che la gente di cinema sia ricca); la precarietà è dei giornalisti, come dei musicanti, degli attori come dei telefonisti del call center …

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giovedì 24 gennaio 2008

Sundance 2008: Redford con la pin dell’Alligatore

Missione compiuta: come vedete dalla foto, Robert Redford ha accettato con entusiasmo di mettere sulla sua mitica giacchetta di velluto la pin dell’Alligatore. Modestia a parte, devo dire che gli dona.
Sul fronte film una vera e propria sbornia di immagini. Difficile uscirne asciutti. In breve: delusione per gli U2 in 3D (ma gli U2 mi hanno stufato già da un pezzo, sia come musica, sia come personaggi, Bonovox in testa); entusiasmo per il solito colorato Michel Gondry con uno strepitoso Jack Black (omaggio indiretto a John Belushi che proprio oggi avrebbe compiuto 59 anni), interessantissimo e con una fotografia perfetta Roman Polanski, Wanted and Desired, doc. di Marina Zenovich, destinato a diventare un documentario di culto come molti in questi ultimi anni. Visto il soggetto poi…
Quotazioni in crescita per Riprendimi. L’Alligatore continua a fare il tifo per Anna Negri, non perché italiana, ma perché parla di/a/per/con noi …
E adesso caccia a Quentin Tarantino, giurato del festival.
http://www.sundance.org/festival/

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martedì 22 gennaio 2008

Sundance 2008: "Riprendimi" di Anna Negri in concorso


Niente pins per Robert Redford. Non ancora almeno. Sono riuscito ad incrociarlo un paio di volte ma niente spilletta sulla sua giacca. Per il momento…
Come consolazione però, un bel film italiano, in concorso, Riprendimi di Anna Negri, la cineasta di In principio erano le mutande. Questo è il suo secondo lungometraggio e come il primo analizza senza moralismi la situazione della nostra giovane generazione precaria: lavori precari, amori precari, attori precari, tutto fottutamente precario. Sembra un Effetto notte girato in Italia con la forza di un Ken Loach. Ambientato nel mondo del cinema, mostra con garbo e intelligenza la crisi economica/lavorativa (di conseguenza sentimentale) di un attore. Metafora della crisi di tutti noi? Certo. Spero di portare fortuna al film, accolto tra l’altro, molto bene. E non era scontato. Meriterebbe il premio (anche se non ho visto gli altri) solo per la sfilza di giovani attori di casa nostra presenti. Attori con due-tre film all’attivo al massimo, ma meritevoli di farne altri cento. Magari come questo Riprendimi, perché il cinema italiano si riprenda e magari anche la nostra società …
E adesso un po' di sci...

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domenica 20 gennaio 2008

Sundance 2008: l’Alligatore alla ricerca di Redford


Sono completamente d’accordo con Robert Redford riguardo le presidenziali del suo paese, così d’accordo che ho deciso di raggiungere le nevi di Park City per portare in dono la pins alligatoriana al divo hollywoodiano.
Oggi, come vedete dalla foto, ho fatto una passeggiata sulla coltre bianca. Nei prossimi giorni cercherò di vedere qualche film del Sundance sperando di incontrare Redford, ringraziarlo per la sua ultima pellicola e attaccare sulla sua mitica giacchetta di velluto la pins dell’Alligatore.
Penso anch’io, come lui, che un nero e una donna candidati alle elezioni statunitensi siano un buon inizio.
E poi, sono sicuro che nessuno riuscirà a fare peggio di dabliu…

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giovedì 17 gennaio 2008

10, 100, 1000 pins dell’Alligatore







Sono tintinnanti tipo dei dobloni d’oro, la prima l’ho appesa al muro come la numero uno di zio Paperone, ci stanno in tasca e nel portamonete, sono fatte in serie ma non stiamo parlando di schei (soldi, per i non veneti). Stiamo parlando delle pins dell’Alligatore, cioè spillette fatte artigianalmente da amici miei con l’immagine dell’Alligatore. Le fanno per tutti: privati, bands, radio, centri sociali … con la vostra faccia, quella di vostra nonna, del vostro cane o gatto, del vostro sito o blog …
Io ho sempre avuto una simpatia per questo colorato oggetto pop. Lo indosso spesso e volentieri (su camicie e magliette, berretti e zaini …); ne ho dei Rolling Stones e con Cipputi, di Emergency, antimilitariste, contro il nucleare, con il Che disegnato da Milo Manara, gli Afterhours …adesso ho pure la mia, anzi 100 di queste! Se la metto su di una polo qualsiasi mi sembra d’indossare una chiccosa Lacoste …

Per maggiori informazioni: http://www.neuropins.com/

p.s. ne avevo pure una (amatissima) con i Blues Brothers e la scritta “Quando il gioco si fa duro, i duri incominciano a giocare”. L’ho persa alla Mostra del Cinema di Venezia 8-9 anni fa. Se qualcuno l’ha ritrovata mi scriva (quella, visti i soggetti, vale una decina di pins alligatoriane).

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lunedì 14 gennaio 2008



Avete in mente una canzone italica, uscita dal 1 gennaio al 31 dicembre 2007, con un testo in linea con la “missione” di Amnesty International? Detta così sembra una cosa tipo i Blues Brothers mandati in “missione” per conto di dio. E in parte lo è: un’operazione buona fatta con la musica. Infatti, tutte le segnalazioni giunte a questo indirizzo di posta elettronica (info@vociperlaliberta.it) entro e non oltre il 31 gennaio 2008, saranno esaminate dalla sezione italiana di Amnesty e dall’associazione Voci per la Libertà, che pescheranno le 10 più rappresentative da sottoporre ad una giuria di “tecnici”. Questi ultimi, riuniti in conclave, decideranno la più in linea …
Per maggiori informazioni http://www.vociperlaliberta.it/

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sabato 12 gennaio 2008

Iron and Wine a Milano

Con quella faccia potrebbe fare di tutto il buon Sam Beam, ovvero il fondatore e leader unico degli Iron and Wine (gran bel nome). Sarà in concerto a Milano, per la sola data italica, il 15 gennaio al MusicDrome per presentare l’ultimo suo cd: The Shepherd's Dog, 12 ballate che ci fanno capire dove si muove il folk-rock degli anni duemila.
Ad accompagnarlo un gruppo con i controfiocchi: Ben Massarella (CALIFONE), Matt Lux (ISOTOPE 217), Paul Niehaus (LAMBCHOP-CALEXICO), Leroy Bach (EX WILCO) Chad Taylor (Chicago Underground Duo/Trio/Quartet).
Fortunato chi ci sarà…
Sono graditi post sulla serata.
http://www.ironandwine.com/
http://www.musicdrome.it/

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giovedì 10 gennaio 2008

C’era una volta il Prog




Inizia domani a Trescore Balneario (Bg), PROG E DINTORNI festival dedicato alla musica Progressive, ai suoi protagonisti del passato e a quelli di adesso. Interessante l’idea di contrapporre ad uno storico esponente del genere una band nuova. Buona quella di rendere omaggio ad una parte della nostra musica ingiustamente trascurata, come gli spaghetti-western per il cinema.
Domani sera, introdotti dal cultore della materia Donato Zoppo (autore, tra l’altro, della fondamentale biografia della PFM) ci sarà Riccardo Zappa, considerato uno dei migliori chitarristi acustici di sempre e gli Ubi Maior, giovane gruppo milanese di rock-progressive.


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martedì 8 gennaio 2008

Anteprima Phidge




Spesso mi chiedo quanti gruppi/musicanti siano nati lungo la via Emilia e quanti ancora ne nasceranno. Ne spuntano come funghi ogni secondo, ogni nostro respiro, ogni nostro battito di ciglia. È una cosa incredibile, a tratti inspiegabile. L’amico Moroz ha cercato di farlo con L’Emilia o la dura legge della musica (Guanda 2006) con il suo stile buffo e disincantato. Io però continuo a chiedermi quale sia il segreto.
Sbatto le ciglia ed ecco altri quattro ragazzi di Bologna, in arte Phidge, con un cd d’esordio sulla rampa di lancio (ufficialmente sarà liberato il prossimo 11 gennaio al Covo, club della loro città). Ai primi ascolti mi sembra un sacco grunge (la voce del cantante ricorda, a tratti, Eddie Vedder), con delle belle chitarre spesso e volentieri a briglia sciolta, una certa sana indignazione, un buon gusto per la melodia.
Inizia davvero bene l’anno per l’undergound italico grazie ai Phidge e al loro It’s all about to tell, presso l’indie Riff di Bolzano il prossimo 29 febbraio. La copertina con corvi ricorda lo stile stralunato del grande disegnatore serbo Zograf. Motivo in più per apprezzarli e tenerli sotto stretta osservazione.
http://www.phidgeband.com/news/frame.htm
http://www.myspace.com/phidge

P.S. PURTROPPO HO SAPUTO OGGI, IL LUTTAZZI NON SARA’ A CONEGLIANO VENETO IL 9 GENNAIO. ANNULLATA QUELLA DATA, RIMANGONO PERO’ IN PIEDI TUTTE LE ALTRE …
NON CREDO NE AVRA’ BISOGNO, MA IO CONTINUO A FARE PASSAPAROLA.
IN ITALIA NON C’E’ GUSTO AD ESSERE INTELLIGENTI.

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venerdì 4 gennaio 2008

Sesso con Luttazzi 2008 in tour

“Libertà è una parola, una casa che brucia è un fatto,” diceva Goethe (cito a memoria, correggetemi se sbaglio). Qui la casa brucia e con essa pure le nostre libertà. Per fortuna noi siamo più avanti della nostra classe digerente (ops che lapis, volevo dire dirigente, si dirigente, dirigente) e riempiremo i teatri per il nuovo tour di Sesso con Luttazzi.

Incesto! Sodomia! Eiaculazione precoce! Alessia Marcuzzi!

Tutto quello che avreste saputo sapere sul sesso e molto altro ancora. Con il suo stile disinibito, limpido, libero, il nostro satiro più grande risponderà ai quesiti più nascosti sull’argomento. Un monologo destabilizzante, geniale, salutare; stimolante per lui, ritardante per lei!




L’anteprima al Teatro Accademia di Conegliano Veneto (TV), mercoledì 9 gennaio. Poi in giro per l’Italietta.
Non credo ne avrà bisogno, ma io faccio passaparola …

http://www.danieleluttazzi.it/

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giovedì 3 gennaio 2008

Anteprima Bikini The Cat


Quei tre figuri che vedete correre spensierati come in un film di Godard, sono Leila Gharib (voce chitarra), Gianni Brunelli (batteria) e Giorgio Pighi (basso), i nuovi Bikini The Cat, band post-punk veronese con un cd presto in arrivo. Me, You and the Superheroes è il suo titolo, e vi assicuro, spaccherà da subito questo anno bisesto con buonissime vibrazioni.
Più dolce e pop dell’esordio tanto punk del 2005, accattivante nel senso positivo del termine (se esiste) è un concentrato di suoni e melodie spaziali: dal vero pop di marca sixty a quello dei nostri giorni (Franz Ferdinand e Interpol), da attacchi di punk scatenato a momenti più romantici, schitarrate stonesiane ... e poi la voce di Leila, molto cresciuta in questi ultimi anni, un misto tra l’amica e sostenitrice della prima ora Elisa e Gianna Nannini; ci scommetto un pezzetto della mia coda, s’imporrà ben presto come una delle nostre migliori voci.
In uscita il 19 gennaio presso I Dischi della Valigetta con distribuzione Self, vi consiglio di seguirli prima che scappino lontano. Non lo dico perché sono della mia città, lo direi anche se fossero di Palermo o Torino, New York o Udine, Caltanisetta, Sondrio, Helsinki …

Canzoni preferite: Lottalove, lovesong tipo The Cure, Real Mirage, solo voce chitarra da ascoltare di fronte al fuoco (senza smancerie), Rijeka techno di marca internazionale per un bond-movie epocale, Pornoromantik, un pezzo che mantiene ciò che promette con tutta l’ironia necessaria.
http://www.bikinithecat.com/
http://www.lavaligetta.it/

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