giovedì 31 dicembre 2009

Manhattan e le 12 cose per cui valga la pena di vivere …

Ieri ho rivisto Manhattan di Woody Allen, film del 1979. Dunque quest’anno ha fatto trent’anni tondi tondi e mi sono dimenticato di omaggiarlo. Ho il poster gigante davanti a me, mi è sempre piaciuto anche se oggi forse non lo metterei tra i primi nella filmografia di Allen. Ha dei bei momenti, come l’apertura con inquadrature in magnifico bianco/nero della città e la Rapsodia in blu di George Gershwin in sottofondo … questo incipit (uno dei migliori della storia del cinema) e la fotografia di Gordon Willis, vale l’intero film. Non dico altro, ma propongo un gioco di fine anno (o inizio), stimolato proprio dalla visione di Manhattan.
Ad un certo punto del film Allen/Isaac Davis, in crisi sentimentale, registra al microfono le 12 cose per cui valga la pena vivere...

… perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Blues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracy.

E le vostre, quali sono? Le mie nel primo commento del post. Buttatevi, così quasi a casaccio, altrimenti non ne uscite più…
… dimenticavo: BUON 2010!

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martedì 29 dicembre 2009

Intervista ai Quarzomadera

Quarzo Madera è un cristallo che secondo la leggenda risveglierebbe l’anima addormentata e con il suo colore giallo amplificherebbe la forza della luce. Chissà perché un giovane gruppo pop-rock made in Brianza ha deciso di omaggiarlo così esplicitamente? Sarà ovviamente una delle domande. Certo, ci sarebbe molto bisogno di questo nella nostra società. Magari, ascoltando la loro musica, nel 2010 riusciremo a risvegliarci tutti. Già, la loro musica, un pop-rock raffinato che colpisce piano ma bene, con dei momenti psichedelici felici grazie anche all’innesto dell’arpa vietnamita.
I Quarzomadera sono solo in due, Davide Sar (voce, chitarre), Tony Centorrino batteria, ma sembrano molti di più, vista l’intensità e la varietà di suoni e le tante cose che cantano in italiano. Attivi dal 2000, hanno all’attivo due dischi, l’esordio Cardio & Psiche e il recentissimo Orbite. Questo, dalla copertina strana, è denso e stratificato, diviso tra pop-rock riflessivo e pop-rock dinamico. Un dualismo molto sentito, che non sbilancia l’opera però, anzi la rende originale e interessante. Ma ora comincio a sbrodolare. Meglio sentire se è pronto Davide, voce della band …
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/quarzomadera

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domenica 27 dicembre 2009

LIBRI: Gaza, Restiamo umani di Vittorio Arrigoni

Forse molti se ne sono dimenticati, ma un anno fa, proprio in questi giorni, iniziava Piombo fuso, l’offensiva dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Per ricordarvelo segnalo questo libro, del blogger e attivista pacifista Vittorio Arrigoni: Gaza, Restiamo umani.
Restiamo umani, era così che chiudeva i suoi reportage (è limitante chiamarli così, ma rende) dall’inferno scatenato contro i palestinesi, che pubblicava costantemente sul suo blog, ma anche come articoli di prima su il manifesto. Una testimonianza diretta (era volontario sulle ambulanze), una delle poche, per questo preziosa.
Tante domande mi sono venute in mente leggendo questo importantissimo libro. Perché mille e più morti nell’arco di un mese, in un territorio così stretto, in barba al diritto internazionale e contro ogni logica apparente? Per vincere le elezioni? Per mandare un messaggio ad Obama che stava per insediarsi alla presidenza? Per fermare il terrorismo? Ma dai! …
I libro è interessante proprio perché ti pone delle domande, mostrando i fatti nudi e crudi. E poi perché ti ricorda delle miserie della politica (anche quella di sinistra), vuota, senza più il coraggio di chiamare le cose con il loro nome: morti, resistenza, guerra, pace, assassini …E poi perché è scritto bene, nonostante le condizioni e la rapidità che richiedeva.
Restiamo umani leggendolo.
Acquistabile anche direttamente dal sito de il manifesto, nella sezione Altre pubblicazioni .
QUESTO IL SUO BLOG
http://guerrillaradio.iobloggo.com/
E per continuare a lottare segnalo questo post dell’amica Ross

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venerdì 25 dicembre 2009

CINEMA in Tv: Il grande dittatore su Rai 3

Oggi, 25 dicembre 2009, è il trentaduesimo anniversario della morte di Charles Chaplin. Spesso la tv lo ricorda a natale con documentari, comiche, film. Oggi danno uno dei suoi capolavori (tra i più grandi del secolo scorso), tra le sue pellicole parlate la migliore: Il grande dittatore (Rai3, ore 15). L’ho rivisto ieri e mi è sembrato di una modernità e attualità sconcertanti: le guerre, i dittatori, il sesso e la politica, il piccolo uomo dentro gli ingranaggi della storia (come l’operaio di Tempi Moderni dentro quelli delle macchine di lavoro), la propaganda, il razzismo…
È un film pacifista, pacifista integrale. Girato poco prima di Pearl Harbour, è una satira coraggiosa delle guerre e di Hitler, quando ancora non si sapeva bene che fine avrebbe fatto (anche se Chaplin lo immaginava, a ben vedere la famosa scena del mappamondo che gli scoppia in mano). Ma tutte le scene sono dei piccoli tesori, poi scopiazzati da altri comici. Altra cosa impressionante è il mostrare come venivano trattati gli ebrei. Nessuno mai prima lo aveva fatto così (anche se lontano dagli orrori dei lager, si vede benissimo come nasce e si sviluppa, tramite ordini politici, il fenomeno antisemita; non è una cosa nata naturalmente, come le patate nei campi, ma è diretta e incoraggiata dall’alto). E il film, nonostante questo mischiare tragedia e commedia, funziona, ha successo in tutto il mondo libero (come si può vedere dalle tante locandine in diverse lingue).
In Germania fu ovviamente proibito, anche se Hitler probabilmente lo vide. Anche in Italia ci furono problemi; da noi il film uscì solo nel 1949 (è del 1940), purgato delle scene dove è presente la moglie di Napaloni. Napaloni è Mussolini (interpretato da Jack Oackie, perfetto nelle eleganti pose del dittatore italiano). Anche Hitler nel film ha un nome leggermente diverso, è Hinkel, interpretato dallo stesso Chaplin. Memorabile l’incontro tra i due dittatori: giocano a chi la spara più grossa, si esaltano davanti ad una parata, dal barbiere è una gara a chi si alza di più con la sedia, il loro incontro finisce a cibo in faccia …
Chaplin è Hinkel e allo stesso tempo il barbiere ebreo. Trovata geniale, alla base degli sviluppi del film. È il tipico personaggio romantico, impacciato, povero, ma che alla fine trova il modo di ribellarsi. Qui, scambiato per il dittatore, finirà per pronunciare quel bel discorso umanitario. Un pistolotto aggiunto in corsa, in base agli eventi storici? Io lo trovo perfetto, vero credo dello stesso grande artista, umanitario proprio come Chaplin.
Si è molto fantasticato sulle incredibili coincidenze nella vita di Chaplin e Hitler, nati quasi lo stesso giorno (Chaplin il 16 aprile del 1889, Hitler quattro giorni dopo). Uno nato per portare felicità e divertimento a milioni di persone, l’altro terrore e violenze, uno pacifista e di sinistra, l’altro militarista e di destra, uno artista totale, l’altro mediocre pittore, uno angelo, l’altro diavolo …


Cosa aggiungere? Invito a vedere il film oggi e buone feste a tutti ... Una risata vi seppellirà.

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martedì 22 dicembre 2009

LIBRI: Si parla troppo di silenzio di Aldo Nove

Quello che sapeva sicuramente era che tutti si sarebbero ricordati di suo marito e dei suoi quadri, e che nei quadri di Edward Hopper c’erano anche i suoi pensieri, i suoi occhi, il suo corpo nudo. C’era qualcosa di paradossale per una donna che come lei era stata una delle seguaci del pionierismo del pensiero femminista americano.
Da Si parla troppo di silenzio – Un incontro immaginario tra Edward Hopper e Raymond Carver (Skira), di Aldo Nove, incontro fantastico tra Edward Hopper e Raymond Carver, mai avvenuto, ma con un sacco di geniali intuizioni e con un bel ritratto della moglie di Hopper, Josephine Nivison, femminista della prima ora (a quanto pare molto più di una semplice musa).
Da Leggere: Si parla troppo di silenzio

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domenica 20 dicembre 2009

Intervista ai Marsnall

Questa sera avremo con noi i Marsnall, da Treviso, profondo nordest. Un nordest diverso da quello che ci viene proposto dalle cronache dei giornali: niente sparate razziste, niente sparate di pallottole, niente sparate … i Marsnall fanno musica, la fanno bene e la cantano in diverse lingue: inglese, francese, wolof. Infatti, il cantante e autore dei testi è Malick, un ragazzo del Senegal che da un paio d’anni si diverte a fare musica con la band.
La loro è una world music ballabile e ottimista con riferimenti che vanno dai Massive Attack ai Prodigy, dai Casinò Royale ai Chemical Brothers. Testi semplici dal vago sapore sociale (alcuni loro testi sono tradotti nel recente cd autoprodotto, Dem Dem), attraverso i quali un ragazzo proveniente dall’Africa parla di sé, delle problematiche della sua gente. Il tutto accompagnato da strumenti etnici, fusi a caldo con l’elettronica …ma non vorrei sbrodolare troppo. I Marsnall sono pronti… o almeno credo. Ci siete?
VAI AL LORO MYSPACE www.myspace.com/marsnall

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sabato 19 dicembre 2009

… è nato, è nato…due anni fa il blog dell’Alligatore

Dieci, cento, mille, di questi blog, e perché si compia il miracolo anche oggi, ripeto il post politico-programmatico di allora.
Era stato Max Stèfani, se non ricordo male, a scrivere sul Mucchio Selvaggio di parecchi anni addietro, che con il termine “cultura rock” si possono intendere tante “cose”, tante “cose” non direttamente collegate alla musica del diavolo.Cultura rock può essere Chaplin come Buster Keaton, Mozart come Dostoevkij, Charlie Brown come Bernardo Bertolucci, i Rolling Stones come Woody Allen, la liberazione di Saigon come La grande guerra …Il mio blog è nato con questo concetto nella testa. Il Blog dell’Alligatore è Cultura Rock a 360°.

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giovedì 17 dicembre 2009

Una ventata di Frigidaire

Non aspettavano altro per mettere il bavaglio alla Rete e alle manifestazioni libere. L’episodio violento e irrazionale di domenica scorsa, il lancio contro Berlusconi del souvenir ora più ricercato d’Italia, ci farà arretrare ancora di più nella classifica mondiale sulle libertà d’espressione, se passeranno quelle leggi proposte dal suo governo. Per questo, mi rifugio nelle letture di quando ero bambino, Frigidaire per esempio, che mi ha insegnato la libertà come valore fondamentale.
Per fortuna ci sarà in edicola un nuovo numero sabato prossimo, come sempre in allegato al quotidiano http://www.liberazione.it/, solamente quel giorno in edicola. Lo consiglio, non solo per il mio pezzo rock, ma perché serve una ventata di Frigidaire
QUI IL SITO DI FRIGIDAIRE http://www.frigolandia.eu/

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lunedì 14 dicembre 2009

Intervista ai Primochef

Ritornano sul blog i Primochef del Cosmo. Almeno, più di un anno fa (era l’otto aprile del 2008) così si chiamavano, ora forse solo Primochef (sarà una delle terribili domande). Ritornano con la stessa forza e ironia di allora e la voglia di rinnovare la nostra musica più amata, il rock. Sì, perché oggi suonano molto rock alle mie orecchie e alla mia coda questi cinque allegri ragazzi di Sassari. Ho da poco ascoltato il loro nuovo cd, Bouganville e mi danno questa impressione.
Più rock? Saranno le chitarre molto presenti, saranno certi pezzi diretti, che sembrano pronti da cantare/gridare insieme ad un loro concerto, sarà l’ospite di grido Giorgio Canali (voce in Siamo seduti qui, tratto da Il libro degli abbracci di Eduardo Galeano e La città dell’oblio di Renè Fregni, chitarre in Fine stagione, strumentale finale), sarà che Pier Paolo Pasolini, al quale si sono ispirati per il pezzo che ha dato il nome all’album, è stato il nostro intellettuale più rock… chissà cosa ne pensano di tutto questo i Primochef? Ci siete per dirmelo?
VAI AL LORO MYSPACE www.myspace.com/primochefdelcosmo

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venerdì 11 dicembre 2009

Ricordando Betty Page

Ho pensato e ripensato se mettere o non mettere questa foto, se fare o non fare questo post. Con tutti i discorsi su Berlusconi e le sue amichette, sul sesso e la politica e via di questo orrendo passo per tutto il 2009, il sesso si è sporcato. Come tutte le cose sembra esserselo preso lui. Forse è giunto il momento di riprendercelo, ecco perché alla fine ho deciso di ricordare Betty Page ad un anno dalla morte. Donna libera come piace a me/noi …

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mercoledì 9 dicembre 2009

Intervista agli Aidoru

Aidoru, da Cesena con furore. Saranno loro questa sera ad animare il blog. Quattro ragazzi che definire musicanti è riduttivo. Agitatori culturali forse, impegnati da tempo sul confine sottile tra teatro, performance, poesia, video-arte… tante cose. Troppe per i nostri cervelli impigriti da etichette e classificazioni buone solo per il mercato. Come la loro musica, non facilmente classificabile: post-rock?... punk?... pop?... jazz?... classica?...
Per capirlo dovreste ascoltare il loro nuovo cd, che non è un semplice cd, ma due: Songs – Canzoni/Landscapes-Paesaggi. Un cd che uscirà tra un paio di giorni per La famosa etichetta Trovarobato (da chi altri sennò?) e Aidoru Associazione (acquistabile sul loro sito dall’undici dicembre, poi da gennaio anche nei negozi). Io l’ho già ascoltato, facendo l’errore di sentirlo per la prima volta in auto; è un ascolto impossibile in auto, perché è un album vivo, che reclama attenzione e impegno, non lo puoi sorbire mentre fai dell’altro. Non è un sottofondo, non è una colonna sonora, sono rumori e melodie, parole che si fanno suono, strumenti che ti parlano…ma ora sono io che stra-parlo. Meglio sentire se sono pronti loro, gli Aidoru, idoli per una notte sul blog? Ci siete?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/urodia
VAI AL LORO SITO http://www.aidoru.org/

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martedì 8 dicembre 2009

LIBRI: Piazza Fontana di Barilli/Fenoglio

Ultimamente ho ripreso a leggere libri, magari disertando qualche blog di amici, o, meglio, leggendoli senza commentare o commentando meno. Mi scuso, ma mi sono imbattuto in libri da leggere assolutamente, come questo graphic novel edito dal Becco Giallo: Piazza Fontana, di Francesco Barilli e Matteo Fenoglio. Il prossimo 12 dicembre, questo sabato, saranno quarant’anni da quella strage. A me non sembrano pochi per avere chiarezza.
SU SMEMORANDA Da leggere: Piazza Fontana
LA CASA EDITRICE DEL LIBRO http://www.beccogiallo.it/

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sabato 5 dicembre 2009

NO B. DAY - dalla Rete alla Realtà

Neve sugli Appennini dal dal pulmann prc ... ma a Roma ci sarà il sole e tanti colori:IL VIOLA IL ROSSO
E IL NERO

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giovedì 3 dicembre 2009

NO B. DAY

Nessun sogno è interamente sogno

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