lunedì 2 maggio 2016

In palude con Dagger Moth


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE   altro ...

DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto): https://daggermothmusic.bandcamp.com

LABEL  autoprodotto
PARTICOLARITA’   diy !!
SITO O FB DEL GRUPPO   : http://saraardizzoni.wix.com/dagger-moth
CITTA’: Ferrara
DATA DI USCITA   21 aprile 2016


L’INTERVISTA
Come è nato Silk Around the Marrow?  Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Mentre il primo album era nato come una trasposizione piuttosto eterogena dei live che avevo iniziato a fare in solitaria mesi prima di entrare in studio (una sorta di antologia di tutte le idee che mi passavano per la testa …) questo è partito dall’approccio opposto: prima la scrittura “casalinga” dei brani pensati per un disco più omogeneo (un accumularsi di homerecording per vari mesi), poi lo studio ed infine il lavoro per capire come riprodurli live (quest’ultimo di sicuro un processo stimolante per quanto laborioso). Diciamo, che visti i miei variegati gusti musicali, tendo spontaneamente a mescolare ambiti differenti ma qui ho cercato di farlo avvolgendo il tutto in una veste più coerente … chissà se ci sono riuscita!!  
In quanto alle registrazioni: alcune chitarre le ho registrate dall’amico Antonio Gramentieri, nel suo homestudio a Modigliana, di altre ho tenuto le mie take casalinghe, mentre le parti elettroniche, partorite nel mio salotto, sono state poi ottimizzate ed impreziosite dal sapiente orecchio di Franco Naddei. Chiaramente c’è chi fa la scelta di rendere il live completamente diverso  dal disco, io invece, anche nella fase compositiva, ho sempre ben presente che poi sarò da sola sul palco, suonando, cantando, gestendo campioni e loop (con i piedi …); quindi cerco comunque di non farmi prendere troppo la mano da arrangiamenti che in seguito risulterebbero irriproducibili. Così, ovviamente, beat minimali e stratificazioni tornano come elementi caratteristici, ma tento anche di uscire da quell’utilizzo delle loop station che porta solo alla progressiva stratificazione dei suoni.
Perché questo titolo? …  è anche il titolo di uno dei pezzi più forti dell’album.
A dire il vero mi è venuto in mente lo scorso autunno mentre ero in aereo … non so bene perché, ma stavo ragionando sul titolo da dare al disco e, visti i contenuti dei brani, volevo incorporare qualcosa di organico, crudo, esposto ma anche l’idea di un filtro, una sorta di protezione , di schermo: forza e deperibilità insieme. Midollo e seta mi sembravano un buon abbinamento. Ha a che fare con il mio approccio, anche sul palco … diciamo che non ho costumi di scena o trovate particolari nella “performance”, mi espongo in maniera molto naturale, mi prendo qualche rischio, e la musica è l’unico filtro. In generale mi piace lavorare con i contrasti, vedi il nome stesso del progetto o la scelta dei suoni, che oscillano tra rarefazione e ruvidità.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Beh sicuramente i vari momenti legati alla partecipazione di Mr. Ribot. A dire il vero alcuni segnali di un suo possibile contributo risalgono già ad un anno e mezzo fa, ma la storia è lunga. Diciamo che la cosa si è concretizzata la scorsa estate, per me è stato vedere  un sogno diventare realtà. Non solo è un musicista che ha segnato molto il mio percorso ma nutro anche molta stima per l’essere umano dietro la musica, umile, alla mano, ancora appassionato in quello che fa. Era capitato di incontrarsi di persona e chiacchierare, poi gli ho inviato la bozza di un brano, gli è piaciuta e ha accettato... tra l’altro, si trattava di cantare e non di suonare la chitarra. Immagino che di solito tutti lo chiamino per produrre il tipico assolo twangy che è il suo marchio di fabbrica; a me invece piaceva l’idea di chiedergli qualcosa di completamente diverso, e a quanto ho capito la richiesta di una parte cantata è stata una novità anche per lui. Si è messo in gioco, scrivendo anche il testo. E mandandomi il materiale con puntualità svizzera. Ho provato una gioia surreale.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche senza volerlo.
In effetti non c’è un concept alla base del lavoro, ma di sicuro parlo del mio vissuto. Non sono mai stata in grado di parlare di cose che non mi appartengono, di riempirmi la bocca di citazioni letterarie per dare uno spessore culturale a quello che faccio o di invocare slogan  politici per dimostrare un impegno sociale, anche perché penso che la “politica” –nel senso di prendere una posizione rispetto alla comunità- la faccia ognuno nel suo piccolo, con basiche scelte quotidiane, o almeno così dovrebbe essere.  Ma sono discorsi lunghi e ognuno ha il suo punto di vista.
Dovendo pensare a temi che possono accomunare i brani del disco , di sicuro c’è un punto di vista “ al femminile” (anche se non credo di incarnare una “progettualità” femminile in senso classico, anzi...). C’è molto “corpo”; uno sguardo di donna su un corpo che si trasforma, una testa che plasma un corpo, ci sono i ricordi e l’educazione che hanno plasmato quella testa, e anche vari cliché toccati con mano in quanto donna. C’è il legame tra fisicità e natura, che mi restituisce sempre la misura delle cose (vedi brani come Dyrhólaey che parla dell’Islanda o Event horizon - il pezzo a cui ha collaborato Ribot – che vaga tra buchi neri, cosmici o interiori.
C’è qualche pezzo che preferisci? Qualche pezzo del quale vai più fiera di Silk Around the Marrow?… che ti piace di più fare live?
Eh ogni scarrafone è bello a mamma sua!  In quanto ai live, ottima domanda. Devo ancora iniziare a proporre il nuovo set dal vivo, quindi non riuscirò a scegliere un brano preferito finchè il tutto non sarà ben rodato.
Il cd è stato da te prodotto in modo autarchico, come da sempre ha fatto Dagger Moth. Persone, gruppi, realtà musicali che ti sono state vicine, che vuoi citare …
Sì, col d.i.y mi confronto da sempre … di base sono impaziente quindi non mi piace molto aspettare i tempi altrui, soprattutto se in ballo non ci sono chissà quali strepitosi scenari. Se ho un disco pronto non mi va di lasciar  ammuffire tutto in un cassetto aspettando risposte a email che non verranno mai  o andranno a procrastinare di secoli la concretizzazione delle mie idee. Per cosa poi? Il “sistema” musicale è al collasso su vari fronti, faccio quello che faccio perché amo farlo, e amo farlo a modo mio, quindi la via più agile è stata fino ad ora arrangiarmi da sola. Poi è ovvio che non disdegnerei appartenere al catalogo Mute o 4AD!!!…heheh reparto sogni impossibili! Ma intanto faccio il mio percorso, saltando di nicchia in nicchia e quel che sarà sarà. Non c’è molto tempo per aspettare che piovano le cose dal cielo, almeno per me non c’è mai stato.
Ci sono tante realtà vicine che potrei ricondurre a questo approccio, e molto diverse tra loro, portate avanti da amici che stimo. Non avrebbe bisogno neanche di essere citato Joe Lally (che ha collaborato al mio album precedente..) , bassista dei Fugazi, il cui operato non necessita certo di presentazioni. Anche gli Zu sono cari amici che vengono dagli stessi territori e per questo li ho sempre ammirati. Lo stesso Ribot ha un approccio alle cose molto più punk di certi soggetti che incontri al centro sociale... E poi sono così tante persone a me care che continuano per la loro strada con grande personalità e indipendenza ... penso ad amici della scena hardcore ferrarese (tanto per citarne alcuni Yes we kill…o Francesco Montanari, organizzatore di eventi nel ramo), o a Valeria Caputo (aka Capvto), allo stesso Franco Naddei (aka Francobeat) che mi ha assistita in studio, anche con Cesare Basile condivido molti punti di vista, così come con un altro caro amico, Luca Bottigliero (ed il suo progetto solista Grayscaleye), last but not least i colleghi  del pianeta jazzistico che gravita attorno al Torrione di Ferrara (uno fra tutti l’instancabile Francesco Bettini )… e chissà di quanti mi sto dimenticando.
Copertina molto particolare, in linea con il titolo dell’album e il tuo essere … come è nata e chi è l’autore di copertina e artwork?
Davide Pedriali è un ottimo fotografo (e regista teatrale) ma soprattutto è un mio amico di vecchia data. E’ da quando sono bambina che detesto essere fotografata, soprattutto se mi devo mettere in posa, sono negata!!  Ma dato che con Davide non ci si prende sul serio, e le risate non mancano, qualche scatto sensato esce.
Per quanto riguarda il concept dell’artwork è stato sviluppato con un processo non brevissimo. Davide se ha qualcosa in mente è, come me, alquanto meticoloso e so che voleva ispirarsi all’idea di “seta” e “midollo” riprendendo il titolo del disco, cercando di dare spazio ad una certa fisicità. Quindi ha avuto l’idea di immergermi in un involucro simile a seta, diciamo un abito “tubolare”, quasi una larva protettiva, giocando poi con il nero di questo involucro ed il nero dello sfondo per far emergere solo parti di corpo. Il nero inchiostro in realtà combina tutti i colori della luce ma nasconde qualsiasi cosa … probabilmente il mio mondo o i miei suoni. E magari, restando di spalle, sto osservando qualcosa di visibile solo a me, suscitando, si spera, un invito a scoprire, ad ascoltare, o almeno un po’ di curiosità …
Come e dove presenterai l’album? …
Ho presentato il disco il 29 aprile all’Arci ZoneK di Ferrara. Poi seguiranno un po’ di concerti in giro tra maggio e giugno.
Altro da dichiarare?
Grazie all’Alligatore per avermi portata in palude!



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14 Commenti:

Alle 2 maggio 2016 alle ore 00:14 , Blogger Alligatore ha detto...

Ho appena finito di ascoltare il disco e la prima sensazione è che sia un disco vero, autentico, senza tanti fronzoli ... veramente spontaneo, dal produttore al consumatore. Per dirla alla moda un disco a km zero.

 
Alle 2 maggio 2016 alle ore 00:15 , Blogger Alligatore ha detto...

Non per questo un disco semplice o fatto in fretta ... anzi, lo senti crescere dentro di te, ascolto dopo ascolto, come è cresciuto dentro a Sara/Dagger Moth. Vero, vero, è il termine che mi sento di ripetere.

 
Alle 2 maggio 2016 alle ore 00:17 , Blogger Alligatore ha detto...

Dieci pezzi di rara intensità. Mi verrebbe voglia di citarli tutti :)

 
Alle 2 maggio 2016 alle ore 00:20 , Blogger Alligatore ha detto...

Con una pistola puntata alla testa dico: Silk Around The Marrow, un mantra tipicamente Dagger Moth (se volete sapere se vi piace, partite da questa), la cullante Ovaries, poi Event Horizon (come non citarla? ... nove minuti e rotti di rock elettrico con Marc Ribot a declamare e Sara/Dagger Moth a rispondere con la sua chitarra inesorabile). Stupende anche Backbone, con speciale intro di chitarra che manco Robert Plant … A Kinf Of Fire, quasi folk, strana, da sacerdotessa laica del rock, Shadowboxing ritmo ipnotico, internazionale quanto imtima, rock …

 
Alle 2 maggio 2016 alle ore 00:22 , Blogger Alligatore ha detto...

... e voi? Ascoltate e poi dite, orsù!

 
Alle 2 maggio 2016 alle ore 11:29 , Blogger Ernest ha detto...

vado... :-)

 
Alle 2 maggio 2016 alle ore 15:46 , Blogger Alligatore ha detto...

... poi, se torni, dimmi il tuo parere se vuoi.

 
Alle 2 maggio 2016 alle ore 22:01 , Blogger Elle ha detto...

Finalmente ascolto il nuovo disco di Dagger Moth, bellissimo come pensavo!
Mi è piaciuta anche l'intervista, con tanti pensieri e spontaneità, sono d'accordo sulle motivazioni dell'autoproduzione, quando si fa qualcosa perché piace farla, non c'è da aspettare il consenso di nessuno, brava Sara!
E così eccoci all'album: sceglierei, se proprio devo selezionare, Grow a shell, Birthmark e Ovaries.
Detto questo, torno ad ascoltarlo tutto, ciao ciao :D

 
Alle 2 maggio 2016 alle ore 22:08 , Blogger Alligatore ha detto...

Concordo sulla spinta ad autoprodursi, senza aspettare la manna dal cielo ... vedo che hai letto attentamente l'intervista, e anche ascoltato il cd, perché hai nominato le perle in esso contenuto, a parte Grow A Shell, che non ho citato ma mi piace molto, le altre due sono tra le mie preferite in assoluto.

 
Alle 3 maggio 2016 alle ore 13:34 , Blogger Serena S. Madhouse ha detto...

mi piace il genere "altro" e... l'autoproduzione soprattutto! Bella la copertina..

 
Alle 3 maggio 2016 alle ore 21:14 , Blogger saraA ha detto...

qui Sara aka Dagger Moth...grazie ancora all' Alligatore per supportare la causa!!! :)

 
Alle 3 maggio 2016 alle ore 23:06 , Blogger Alligatore ha detto...

@Serena
Credo ti piacerà anche la sua musica ...
@sarA
Fedeli alla linea!

 
Alle 4 maggio 2016 alle ore 18:00 , Blogger Andrea Consonni ha detto...

super dagger moth...piace molto anche a me.
ciao

 
Alle 5 maggio 2016 alle ore 01:16 , Blogger Alligatore ha detto...

Ciao And ... sì, è veramente un fenomeno.

 

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