lunedì 28 novembre 2016

In palude con gli AABU


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: Basta Scegliere, in parte nasce tutto da qui.
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto): su tutti gli store digitali, SoundCloud, Spotify.
LABEL: tutta farina del nostro sacco
PARTICOLARITA’: Basta Scegliere è un disco double face, ci sono due dischi (pugno e fiore) che contengono le stesse 8 canzoni. Chi ascolta decide che impronta dare al disco. O forse no?
SITO e FB DEL GRUPPO:
CITTA’: Bologna
DATA DI USCITA: 08-11-2016

L’INTERVISTA
Come è nato Basta scegliere?
Basta Scegliere nasce da una delle domande che ci hai già fatto, cioè “che genere fate?”.
Noi a questa domanda non abbiamo mai saputo cosa rispondere: se diciamo rock ti aspetti i Foo Fighters, dicendo pop pensi a Biagio Antonacci, se tiriamo in ballo il prog ci confronti con i Genesis.
E uscendo dal mondo musicale è anche peggio! Siamo bombardati di alternative e scelte, dal cellulare alle medicine per il mal di testa, dai referendum ai filtri di Instagram. Ogni scelta è una nuova etichetta che, per quanto dettagliata, non ti rappresenta mai del tutto.
Basta Scegliere parte da qui, dal nostro rifiuto delle etichette.
Noi non vogliamo essere etichettabili, chiuderci in un genere, fare parte di un movimento.
Noi facciamo canzoni, il nostro genere è “canzoni”.
Basta Scegliere siamo noi e le nostre canzoni. Senza etichette.
Perché questo titolo? … perché un disco double-face, con gli stessi brani presentati due volte?

Dire “Basta Scegliere” è allo stesso tempo concedere e negare una scelta. Ciò che ci piace del titolo è il suo carattere ambiguo, ti fa prendere una decisione e un attimo dopo ti dice che non è servita a nulla.
L’ascoltatore può scegliere fra il disco “pugno” che ha un suono più sporco, underground, e il disco “fiore” che è cristallino, pulito, addirittura mainstream.
Dopo aver scelto, però, ci si ritrova con le stesse canzoni, gli stessi arrangiamenti, le stesse melodie e gli stessi testi. Cambia il suono, ma nient’altro. Cambia il contenitore, ma non il prodotto.

Con questi due dischi cerchiamo solo di arrivare a più persone possibili, avvicinandoci a mondi e generi differenti per non chiuderci in un’etichetta sola. C’è chi ci preferirà “pugno”, c’è chi ci sceglierà “fiore”, a noi non interessa. In entrambi i casi, alla base di tutto troveranno gli aabu.
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

Dopo 3 anni di concerti e un tour negli Stati Uniti, abbiamo deciso di uscire dalla scena bolognese per approdare a Milano, capitale della produzione discografica, affidandoci alle mani esperte di Alessio Camagni. Il disco è nato e cresciuto tra Bologna e Milano nel 2015, culminando nella sessione di registrazione che è durata fino a metà del 2016. L’idea iniziale di un disco sono le canzoni, il risultato finale di un disco sono sempre le canzoni: nel mezzo c’è un mare di confronti, viaggi, muffa, discussioni e bacon, tutti ingredienti indispensabili per unire cinque teste in un pensiero unico.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Basta scegliere?

Per registrare Basta Scegliere non ci siamo limitati agli strumenti tradizionali, anzi… Abbiamo suonato strumenti vintage, abbiamo usato la base di un cacciavite come bacchetta da xylofono, alcune chitarre sono state registrate passando da una vecchia macchina a nastro. E infine, abbiamo registrato una base ritmica con stivali e manate sulle cosce, con tanto di coreografia. Abbiamo anche un video della nostra performance, che useremo per proporci al Corpo di Ballo della Scala di Milano.
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?

Tutte le canzoni raccontano la nostra quotidianità in chiave ironica e cinica, come il nostro modo di vivere. Basta Scegliere parla delle nostre storie più intime senza cadere nella malinconia.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Basta scegliere?… che vi piace di più fare live?

L’impero del fastidio, che è il manifesto aabu. Se volete sapere chi siamo, ci trovate lì dentro.
Prodotto e registrato al Noise Factory di Milano da Alessio Camagni, scritto e prodotto da voi, e dato alle stampe per le Edizioni Zumpapa srl … altri nomi importanti da citare per la realizzazione di Basta scegliere?

L’unico nome davvero importante sarà quello di chi ci renderà famosi e schifosamente ricchi, perché siamo stanchi di fare gli impiegati. Confidiamo di saper rispondere a questa domanda fra non più di un anno.
Copertina double-face pure lei, con il pugno da un lato e il fiore dall’altro, copertina che sembra uscire dagli anni ‘70 … come è nata e chi è l’autore?
Tutte le grafiche di questo disco sono curate dai ragazzi di We Eat Together. Gli abbiamo raccontato l’idea e poi li abbiamo lasciati liberi di creare: il risultato è stato inaspettato, bellissimo e totalmente fuori dalla nostra immaginazione.
Come presenterete dal vivo questo album?

Registrare un disco e suonarlo dal vivo sono due faccende totalmente diverse, ancora di più quando devi mettere insieme i suoni di due dischi come nel nostro caso. Quando saliamo sul palco ci preoccupiamo meno dei dettagli e più dell’energia che comunichiamo a chi ci sta davanti.    
Altro da dichiarare?
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12 Commenti:

Alle 28 novembre 2016 alle ore 00:20 , Blogger Alligatore ha detto...

Gran bel disco, orginale nel testi, forti, nelle musiche, rock post ma non troppo, e originale anche nella scelta di fare due dischi, molto simili, che la prima volta abbiamo sentito ci siamo chiesti: che differenza c'è, questi ci pigliano in giro?

 
Alle 28 novembre 2016 alle ore 00:21 , Blogger Alligatore ha detto...

In verità, la band ha uno spirito situazionista di fondo, ha delle idee buone e musicalmente è molto forte (e conosce il rock).Quindi ci fidiamo ... e passo a dire le preferite.

 
Alle 28 novembre 2016 alle ore 00:25 , Blogger Alligatore ha detto...

I primi due pezzi sono i miei preferiti, per lo scagliarsi in modo diretto contro cose buone e banali, dal natale alle partite. Sono Salvami, preghiera laica sulla richiesta di salvarci dallo stupido buonismo, mentre la seconda, L'impero del fastidio è più cattiva e ritmica, molto anni '70 sia nel cantato, sia nel suono (la mia coda non riesce a stare ferma quando l'ascolto).

 
Alle 28 novembre 2016 alle ore 00:29 , Blogger Alligatore ha detto...

Altrettanto forte, "antiborghese" si sarebbe detto anni fa, Il vostro salotto, con gran ritmo, gran chitarre, testo sfrontato e un bel piano in coda ... intensa Arianna rock con psichedelia di fondo con un testo gioioso, divertito/divertente a narrare di Arianna, una loro amica.

 
Alle 28 novembre 2016 alle ore 00:33 , Blogger Alligatore ha detto...

Mi piace anche "L'assassino" rilassatezza nella musica, come nel cantato pop a raccontare una storia di una vita fuori dai binari, come tutto il disco, del resto.

 
Alle 28 novembre 2016 alle ore 00:35 , Blogger Alligatore ha detto...

Anzi, come tutti e due i dischi ... quale il più bello? A voi scegliere, siamo nell'epoca della personalizzazione spinta, che ci rende liberi, nel modo più falso e illusorio possibile. Mi piace il discorso degli AABU.

 
Alle 28 novembre 2016 alle ore 13:16 , Blogger Cavaliere oscuro del web ha detto...

Molto interessante!
Saluti a presto.

 
Alle 28 novembre 2016 alle ore 17:58 , Blogger Alligatore ha detto...

Grazie Cavaliere ... e alla prossima!

 
Alle 28 novembre 2016 alle ore 22:04 , Blogger Nella Crosiglia ha detto...

Questo è un album che non perderò, perchè la presentazione è stratosferica, originale , divertente e metafisica..
Insomma un gruppo con dei veri attributi che si intuiscono anche senza aver sentito la loro musica..Bravi e complimenti..
Bacio a te Alli mio!

 
Alle 29 novembre 2016 alle ore 00:58 , Blogger Alligatore ha detto...

Grazie Nella, sì, sono veramente un bel gruppo, tutto da ascoltare ...

 
Alle 29 novembre 2016 alle ore 16:16 , Blogger Elle ha detto...

Io avevo totalmente frainteso il titolo: l'ho preso come una esortazione a stare tranquilli perché basta scegliere e si risolve tutto ahahah
Anche io odio le etichette, e trovo divertente che ci siano due dischi che differiscono praticamente solo per l'immagine esterna, la superficie: è l'apparenza che conta quando si sceglie, ma dietro cosa c'è? Io ascolterei all'infinito entrambi i dischi fino a trovare le differenze, c'è da impazzire!
Comunque scelgo la 3, la 4 e la 7, se non sbaglio i titoli sono Le porte chiuse e le luci spente, è tutto intorno a te e Il vostro salotto.

 
Alle 30 novembre 2016 alle ore 00:14 , Blogger Alligatore ha detto...

Confermo che i titoli delle canzoni corrispondono ai numeri, e confermo anche la bontà del discorso sull'ascoltarlo all'infinito per trovare le differenze ... ottime idee/a/eo.

 

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