giovedì 20 aprile 2017

L'altro volto della speranza d'Europa, al cinema

Da anni seguo con piacere il cinema di Aki Kaurismaki, almeno i film che sono riusciti ad avere una buona visibilità/distribuzione anche da noi. Poche volte al cinema, devo dire la verità, più spesso in tv. Per fortuna il nuovo, ironico e forte suo lavoro è stato proposto  da una sala della mia città, il cinema dove andiamo più spesso e volentieri a vedere film Elle e io, si chiama Kappadue. Il titolo della pellicola (lui gira ancora proprio con la pellicola) invece è L'altro volto della speranza, ed è valso al regista finlandese il premio per la regia all'ultima edizione del Festival di Berlino. Premio più che meritato.
L'altro volto della speranza, è il capitolo numero due della "Trilogia dei migranti, o dei porti", iniziata con Miracolo a Le Havre (2011), che ho avuto la fortuna di vedere in Tv di recente. Come in quello, c'è di mezzo un immigrato, qui ancora più protagonista. Si tratta di Khaled, un rifugiato fuggito dalla Siria in guerra. L'arrivo a Helsinki, dopo un avventuroso viaggio attraverso l'Europa, è di vero culto: con la faccia nera di carbone, dal cargo dove ha viaggiato, i suoi gesti normali (lavarsi in una doccia pubblica, presentarsi alle autorità per chiedere asilo, raccontare la sua storia di morte e fuga), sembra un omino debole e solo dei tanti primi film di Chaplin. Vorrebbe solo vivere, ma la società, piena di razzisti ignoranti e profittatori, non glielo permette. Anche la tollerante e democratica Europa, capace di condannare a parole tutti i giorni Assad, quando deve decidere se accogliere la sua domanda di asilo, dice no, non c'è pericolo di vita. Hanno assassinato tutti i suoi famigliari (governo od opposizione, bombe di Trump o russe non importa, non è la questione al centro del film), è rimasta in vita solo la sorella minore, persa di vista durante la fuga, ma per i burocrati democratici non c'è pericolo di vita. Quindi se ne ritorni in Siria, un aereo lo porterà in Turchia, e poi sarà accompagnato alla frontiera. Ipocriti!
Ovviamente, la sera prima del rimpatrio, scappa. Sulla sua strada incontra un altro strano personaggio da cinema muto. Un ex rappresentate di camicie, solo e disilluso, che ha da poco tempo preso in gestione un ristorante con del personale strambo e divertente. Tutti quanti prendono in simpatia Khaled, lo nascondono alle autorità, mettendolo a fare l'uomo tuttofare del ristorante (da antologia la scena del perfetto finto passaporto, preparato da un giovane ragazzetto con il suo pc). L'unico pericolo sembra ora quello dei nazisti finlandesi (ci sono pure lì), che lo molestano ad ogni suo incontro (ma spesso e volentieri ci sono dei vecchi beat a difenderlo), l'unica preoccupazione è per sua sorella (sarà ancora viva? ... e dove sarà?). Un profugo iracheno, conosciuto al centro di prima accoglienza, cerca, tramite il suo cellulare, di contattare la sorella, e un bel giorno anche lei riesce a raggiungere la Finlandia. Il mattino che Khaled l'accompagna, di nascosto, al centro di prima accoglienza per chiedere asilo, viene accoltellato a morte dai soliti teppisti nazi. Non sappiamo se Khaled muoia (o sia morto, e quello sia solo il suo fantasma), se la sorella sarà rimpatriata, sappiamo solo che la Storia continua, le guerre e la fame spingerà gente a fuggire dalla propria regione, e a fermarsi, in modo legale o illegale, nella Vecchia Europa.
Ho voluto raccontare quasi tutta la trama, perché il film va visto indipendentemente che si conosca o meno il finale. Anche perché non c'è un vero e proprio finale, è una storia aperta, delle vite, riprese in modo reale, senza voler fare un documentario, ma riuscendo, forse più di un documentario, a dire qualcosa di autentico. Con la sua maniere surreale e la recitazione a togliere dei suoi attori, Kaurismaki racconta perfettamente l'Europa di oggi. Ci sono momenti da mandare a memoria, come l'arrivo della sorella di Khaled nascosta sotto al camion, grazie ad un camionista amico del gestore del ristorante, oppure i tentativi buffi di cambiare tipologia di ristorazione, dalla cucina cinese a quella indiana, con tutto il personale a mettersi il vestito d'occasione. Divertenti anche gli intermezzi musicali, con vecchi cantanti folk. Tutto in L'altro volto della speranza gira perfettamente. Con naturalezza e freschezza di un cinema per niente scontato, per niente prevedibile. 
"Io considero il maltrattamento dei migranti e rifugiati un crimine contro l'umanità. Nei secoli passati l'Europa era il cuore della cultura dell'accoglienza, oggi è il covo di criminali che stanno distruggendo le democrazie." Ha detto Aki Kaurimaski a Berlino 2017. Condivido in pieno, e consiglio a tutti di andare a vedere questa pellicola importante, magari con veri dibattiti seguenti, perché il tema è fondamentale. Il tema di che Europa vogliamo, fuori da retoriche, da vuote parole contro dittatori e democrazie da salvare. La democrazia da salvare è qui e subito ... 
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14 Commenti:

Alle 20 aprile 2017 alle ore 04:26 , Blogger Glò ha detto...

Miracolo a Le Havre è un film "da vedere", imperdibile. Il regista riesce a raccontare senza retorica la vita degli umili, dei poveri, di quelli senza "potere". La sua è vera empatia, non gridata. Guarderò con grandissimo interesse questo nuovo lavoro *_*

 
Alle 20 aprile 2017 alle ore 07:43 , Blogger marcaval ha detto...

Cercherò di non farmelo assolutamente scappare.

 
Alle 20 aprile 2017 alle ore 14:42 , Blogger Cavaliere oscuro del web ha detto...

Sono film significativi e da guardare.
Saluti a presto.

 
Alle 20 aprile 2017 alle ore 15:23 , Blogger Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Voglio vedere se lo distribuiscono anche da me. Mi piace quando le tue emozioni scorrono lungo tutto il tuo post senza perdere quella lucidità espositiva che ti contraddistingue.

 
Alle 20 aprile 2017 alle ore 17:47 , Blogger Zio Scriba ha detto...

Grande Aki (e grande Ally): non vedo l'ora di vedere questo film. :)

 
Alle 20 aprile 2017 alle ore 20:40 , Blogger Alligatore ha detto...

@Glò
Dici tutto bene, non aggiungo altro, anzi, dico che "L'altro volto della speranza" è sulla stessa linea d'onda ...
@Marcaval
Farselo scappare? Sarebbe imperdonabile :)
@Cavaliere oscuro del web
Vero: a guardare e promuovere ...
@Daniele
Grazie del complimento, spero e penso che
@Zio Scriba
Grazie Zio, spero tu riesca a vederlo presto.

 
Alle 20 aprile 2017 alle ore 20:41 , Blogger Simona ha detto...

Mi era sfuggita l'uscita di questo film, voglio assolutamente vederlo.

 
Alle 20 aprile 2017 alle ore 20:43 , Blogger Alligatore ha detto...

Uscito da qualche settimana. Sì, devi assolutamente vederlo!

 
Alle 21 aprile 2017 alle ore 00:22 , Anonymous Enri1968 ha detto...

Cercherò di vederlo perché l'ho messo in lista, oltretutto il tuo post ha rafforzato la voglia di gustarlo!
Grazie.
Mi piace sempre leggerti.

 
Alle 21 aprile 2017 alle ore 23:02 , Blogger Alligatore ha detto...

Grazie per la fiducia ... attendo tue sul film!

 
Alle 23 aprile 2017 alle ore 00:00 , Blogger marcaval ha detto...

Visto!! ... proprio un bel film come anche "Miracolo a Le Havre".

 
Alle 23 aprile 2017 alle ore 11:33 , Blogger Alligatore ha detto...

Concordo, sono due film di Kaurismaki e si vede ... c'è tutta la sua umanità e la sua ironia.

 
Alle 24 aprile 2017 alle ore 12:16 , Blogger Santa S ha detto...

Ricordo con grande tenerezza Vita da bohème. È di sicuro un grande film... Parola di Alligatore!

 
Alle 24 aprile 2017 alle ore 17:36 , Blogger Alligatore ha detto...

Certo, gran film, te lo assicuro. Ti ha mai deluso Aki? ... e allora!

 

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