martedì 26 settembre 2017

In palude con i Bushi


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE: math rock? Alternative rock? Samurai-core? Mi va bene tutto!
DOVE ASCOLTARLO: l'album verrà venduto anche su bandcamp ed è possibile ascoltarlo in streaming qui
LABEL: Dischi Bervisti
PARTICOLARITA’: i testi sono haiku (metro tipico della poesia giapponese)
CITTA’:  Porto San Giorgio (nelle Marche)
DATA DI USCITA: 8 settembre 

L’INTERVISTA
Come è nato questo vostro debut-album?
L'idea è nata circa sei anni fa, partendo dallo strano tipo di accordatura che ho pensato di utilizzare (tutte le corde della chitarra in SOL). Ho cominciato a comporre i brani e nel giro di un paio di settimane avevo già il disco pronto. Poi è rimasto nel cassetto per molto tempo. Le voci sono state aggiunte dopo alcuni anni e alla fine mi sono deciso a pubblicare il disco e di portare Live il progetto. Ho pensato che fosse il momento giusto, anche grazie al fatto che suonare con Bologna Violenta mi ha fatto girare parecchio e conoscere molta gente, tra cui Davide e Tegu, quest'ultimo non più nel progetto e rimpiazzato da Fabrizio Baioni (ex-Drunken Butterfly). 
Perché questo titolo? … ispirazione orientale?
Bushi è il termine con cui in giapponese è indicato il praticante del Bushido, cioè il Samurai. Direi che l'idea del samurai è successiva alla realizzazione della musica. Avevo bisogno di trovare qualcosa che traducesse in immaginario quello che questa musica esprime (nella mia testa ovviamente): potenza ma anche finezza, armonie maggiori ma, quando meno te l'aspetti, dissonanze e cacofonie. Poi è venuta fuori la maschera che c'è in copertina e da lì ho sviluppato anche l'idea di scrivere degli haiku (in inglese) come testi. 
Ho suonato in passato in Giappone e ne sono rimasto molto colpito. È una cultura da conoscere, pazzesca …
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?

All'inizio ho registrato da solo tutti gli strumenti, nel mio studio di registrazione (Plaster Productions). Poi Davide ha aggiunto basso e armonizzazioni vocali e Tegu ha registrato la voce principale. La batteria e chitarra, su disco, sono suonate da me. Ho anche realizzato due video in animazione stop motion (uno dei quali di prossima pubblicazione). Tutto a costo zero praticamente, ma con molto olio di gomito. Il mastering è stato affidato a Enrico Tiberi (con cui suonerò nel suo progetto Nrec) del Lullaby Studio di Berlino. 
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
Non particolarmente. È stato un lavoro di scambio di file e mail. E molto di quanto fatto è stato svolto in solitaria. 
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … tolgo il fosse?
Non direi che è un concept. Però c'è il Giappone, il ciliegio, i Samurai... e la morte (che è l'unica via del guerriero, come recitano i precetti). 
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero album? … che vi piace di più fare live? 
Sono tutti pezzi che significano molto per me: avendoli partoriti, sono un po' come figli. Dal vivo ci sono pezzi che ci impegnano di più tecnicamente ed è bello quando riescono a pennello. Altri invece più semplici e che quindi ti godi con maggior rilassatezza. Ma a livello di emozioni è lo stesso: far uscire dal palco e dall'impianto questa musica che per tanti anni è rimasta archiviata in hard-disk, è un'esperienza per me incredibile. 
Come è nato produttivamente il cd? Da chi gli apporti produttivi maggiori? Dischi Bervisti …,
Il coinvolgimento di Nicola Manzan e di Nunzia Tamburrano di Dischi Bervisti è stato, non proprio automatico, ma quasi. A loro il progetto piaceva e tra di noi c'è un bel rapporto. Praticamente si è lavorato in famiglia. Tutto DIY comunque, allo stato puro. Anche per quanto riguarda il booking, che mi faccio da solo. 
Copertina che colpisce, in linea con il titolo del disco. Di chi è opera? Quanto è legata al disco?
È un'immagine trovata per caso ed è stata una rivelazione, perché cercavo un vestito da dare alla mia musica. È una maschera della tradizione teatrale giapponese. Non ricordo da dove l'ho presa, né di chi sia opera. Sta di fatto che ho subito pensato di metterla in copertina! 
Il concept grafico è mio ma sono stato affiancato dalla supervisione di eeviac
Come presentate dal vivo questo album? 
Suoniamo otto pezzi, sette dei quali presi dal disco di debutto e un brano nuovo che sarà contenuto nel prossimo album (che in pratica è già pronto). 
Altro da dichiarare? 
Date un occhio al nostro Facebook e alle prossime date di settembre e ottobre col nuovo batterista. Supportate il Do It Yourself!

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9 Commenti:

Alle 26 settembre 2017 alle ore 00:07 , Blogger Alligatore ha detto...

Un vero piacere avere in palude Bushi, questo progetto alternative-rock very hard ...

 
Alle 26 settembre 2017 alle ore 00:09 , Blogger Alligatore ha detto...

... per i nomi che ci sono dentro: Alessandro "Urmuz" Vagnoni, chitarra e voci (Bologna Violenta, ex Infernal, Poetry, ex Dark Lunacy...), Davide Scode, basso e voci (ex Kingfisher), Matteo "Tegu" Sideri (Ronin, Above The Tree & E-side, Maria Antonietta); questo sostituito, come ci dice nell'intervista Alessandro, da da Fabrizio Baioni (ex Drunken Butterfly) ... alcuni di questi già passati in palude.

 
Alle 26 settembre 2017 alle ore 00:10 , Blogger Alligatore ha detto...

... per intensità nell'eseguire questo loro folgorante omonimo esordio.

 
Alle 26 settembre 2017 alle ore 00:11 , Blogger Alligatore ha detto...

Un disco da ascoltare tutto d'un fiato, quasi come un pezzo unico, dal quale però si possono staccare singole schegge.

 
Alle 26 settembre 2017 alle ore 00:14 , Blogger Alligatore ha detto...

Penso a Rolling Head che apre magnificamente il disco: ritmo insistente, cantato corale per un pezzo alternative-rock fino al midollo.

 
Alle 26 settembre 2017 alle ore 00:15 , Blogger Alligatore ha detto...

Penso a The Book Of Five Rings dal ritmo sostenuto, tra math-rock e jazz sperimentale (sarebbe ottimo come sigla di qualche tv-movie movimentato).

 
Alle 26 settembre 2017 alle ore 00:16 , Blogger Alligatore ha detto...

Penso a Death Poems forte, dilatato/dilatante, gran chitarre per una perfetta chiosa dell'album.

 
Alle 26 settembre 2017 alle ore 00:17 , Blogger Alligatore ha detto...

Un album tutto da ascoltare a palla ... fatelo e ditemi se vi sentirete anche voi un Samurai!

 
Alle 26 settembre 2017 alle ore 00:17 , Blogger Alligatore ha detto...

A proposito, altro che suicidio dei Samurai, qui sono vivissimi ;)

 

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